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Coltivare talenti in azienda conoscendo i collaboratori

Nel trattare la leadership si parla spesso di coltivare i talenti, investire i collaboratori del ruolo più adatto a loro, comunicare in maniera consapevole…

Coltivare talenti

Per coltivare i talenti presenti in azienda (e molto altro) in maniera efficace è necessario conoscere i propri collaboratori. In questi articoli abbiamo speso molte parole sulla comunicazione, ora voglio condividere con te la necessità di conoscere gli schemi di pensiero che guidano e motivano i tuoi collaboratori.

Gli schemi di pensiero

Ognuno di noi ha schemi di pensiero sviluppati negli anni che aiutano a orientarsi, attivarsi e prendere decisioni in un mondo complicato. Ad esempio, fidarsi o meno della prima impressione, oppure considerare la puntualità un requisito fondamentale per lavorare insieme, o anche preparare prima tutte le informazioni e solo in un secondo tempo mettersi a scrivere un progetto, gestire documentazioni e materiali secondo un ordine personale, la risposta allo stress.

Spesso, in un team che non riesce a lavorare efficacemente, gli schemi di pensiero vanno in conflitto o non vengono considerati affatto.

Prendi ad esempio la gestione del tempo. Ci sono persone che preferiscono iniziare la giornata con i compiti più facili e poi, dopo essersi scaldate, affrontare quelli più complicati. Al contrario ci sono collaboratori che preferiscono affrontare subito i compiti più impegnativi (via il dente via il dolore) e lasciare per fine giornata quelli più semplici.

Oppure considera l’approccio al cambiamento. Avrai collaboratori più inclini a tuffarsi nelle novità, a provare strade diverse, a utilizzare gli ultimi ritrovati tecnologici. Come avrai collaboratori inclini a stare sulla strada vecchia, utilizzare sempre le stesse modalità e resistere ai nuovi modi di fare.

Chi ha ragione?

Domanda sbagliata! Non esiste ragione o torto quando si parla di schemi mentali. L’attenzione deve essere rivolta al risultato, quindi: quale atteggiamento è più funzionale rispetto all’obiettivo?

Nel primo esempio potrebbero andare bene entrambi. Un collaboratore risolverà le sfide più grandi al pomeriggio, l’altro alla mattina. Se c’è qualcosa di urgente, un manager consapevole, la darà al secondo.

Il secondo esempio va contestualizzato all’obiettivo e al contesto. In area ricerca e sviluppo (o nella risoluzione di una crisi che mai si è verificata prima) l’attitudine al cambiamento e alla novità è certamente preferibile.

Nel tuo team avrai collaboratori più orientati alle persone. Più comunicativi ed empatici. Sono i primi a riferirti che tizio è a disagio o che la situazione fra due colleghi si sta facendo complicata (non sto parlando di pettegolezzi, ma una comunicazione mossa dal sincero intento di dare un contributo al team). Sono quelli che, in caso di problemi, cercano la soluzione nelle relazioni, nello stato emotivo e nella comunicazione fra colleghi.

Poi potrebbero esserci collaboratori più orientati alle cose. Poco comunicativi ed empatici, tendono a parlare di processi, procedure, norme. In caso di problemi rivedono le azioni e scoprono cosa non ha funzionato, quale procedura o processo deve essere modificato e come.

Due schemi di pensiero diversi che si completano magnificamente. Sarà tua premura integrarli e dare occasione a entrambi di dare il loro contributo.

Possiamo anche identificare schemi di pensiero riguardo al futuro. Avrai collaboratori tendenzialmente ottimisti, vedono il lato positivo, si entusiasmano, notano le opportunità.
Dall’altra parte della scala quelli più pessimisti. Vedono principalmente i problemi che si possono presentare, ricordano episodi dove la strategia non ha funzionato, notano i problemi.

Un buon leader sa integrare questi due aspetti così dissimili, traendo vantaggio da entrambi e regalando al team un punto di vista più ampio che poi verrà discusso.

L’ultimo schema di cui voglio parlarti è chiamato procedure e opzioni. Qualcuno dei tuoi collaboratori è più orientato alle procedure. Ama le liste step by step, indicazioni precise, strategie ben definite. Sono quelli che fanno spesso domande tipo:

“Cosa viene prima?”
“Cosa viene dopo?”
“Precisamente come procederemo?”

Chi è orientato alle opzioni preferisce muoversi autonomamente. Fissato con precisione l’obiettivo cercherà la sua strada, difficilmente identica a quella che hai pensato tu. Le sue domande sono:

“In che altro modo possiamo farlo?”
“Nessuno ha mai provato a…?”
“È l’unica strada?”

Anche qui non c’è nulla di sbagliato, sempre rispetto all’obiettivo del team.

Conoscendo i tuoi collaboratori, attraverso la costruzione di relazioni virtuose e mantenendo alta la comunicazione (e l’osservazione), potrai ottenere il meglio dal tuo team, costruire un ambiente virtuoso e tenere alta la motivazione dei tuoi.

Articolo di: Umberto Maggesi
Senior trainer soft skill Forma Mentis.

(Fonte: Forma Mentis)

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