Sicurezza: accordo INGV-ENEA per la protezione di infrastrutture critiche nazionali. Saranno sviluppate tecnologie per prevenire il danneggiamento di servizi strategici per il Paese.
Sviluppare tecnologie per il monitoraggio e l’analisi del rischio fisico delle infrastrutture critiche nazionali. È il tema dell’Accordo di Programma firmato il 14 febbraio a Roma dai Presidenti di ENEA e INGV, Gilberto Dialuce e Carlo Doglioni, nel corso di un evento presso la sede del CNEL, al quale hanno partecipato anche rappresentanti di istituzioni e imprese del settore.
Cosa è l’EISAC
Tra i punti cardine dell’accordo figura il Centro italiano per la sicurezza delle infrastrutture strategiche EISAC.it – Italian node of the European Infrastructure Simulation and Analysis Centre, nato dalla collaborazione tra ENEA e INGV e incluso dal competente ufficio ONU nella lista delle 24 migliori strutture tecnologiche al mondo per la gestione delle emergenze da eventi naturali.
Il Centro EISAC.it è in grado di offrire servizi avanzati come analisi del rischio su aree del territorio, simulazioni di scenari di eventi naturali e impatto sulle reti, raccolta e analisi di dati satellitari, creazione di banche dati territoriali e sistemi di previsione meteo-climatica e oceanografica. Un’attività complessa che ruota attorno al mondo della ricerca scientifica e si avvale di numerose figure professionali e di tecnologie all’avanguardia per fornire servizi di analisi e previsione del rischio sulle infrastrutture strategiche per tutto il territorio nazionale.
Accordo INGV-ENEA per la protezione di infrastrutture critiche
“L’Italia è troppo fragile ai rischi naturali e dimentichiamo troppo facilmente gli eventi calamitosi passati: è il conflitto tra memoria e oblio cui siamo quotidianamente sottoposti, come ci ricordava il compianto filosofo Remo Bodei. Terremoti, frane, eruzioni, maremoti, alluvioni, emissioni gassose e radiazioni ionizzanti sono tutti fenomeni naturali che ci saranno sempre. I terremoti colpiranno ancora l’Italia e dobbiamo farci trovare pronti con una prevenzione adeguata. Risulta quindi fondamentale tutelare le infrastrutture nazionali”, afferma Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV.
“La firma di questo Accordo si inserisce nel quadro della Direttiva CER (Critical Entity Resilience), che dovrà essere recepita dagli Stati Membri attraverso provvedimenti di legge che traducano in azioni le indicazioni strategiche in essa contenute integrandole nelle differenti politiche nazionali. L’obiettivo è quello di aumentare la sensibilità dei Paesi verso questi temi e ridurre l’esposizione dei cittadini ai danni che la mancanza di infrastrutture e di servizi primari può provocare”, spiega Salvatore Stramondo, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Terremoti dell’INGV (INGV-ONT) e referente dell’Istituto per EISAC.it.
“ENEA ha individuato da tempo nel settore delle infrastrutture critiche un asset centrale per lo sviluppo e l’applicazione di competenze nei settori dell’ingegneria e della produzione di modelli e tecnologie ICT”, sottolinea il Presidente dell’ENEA Gilberto Dialuce. “La Direttiva CER – aggiunge – amplia notevolmente il panorama di infrastrutture e servizi strategici e identifica nello sviluppo della loro resilienza l’obiettivo primario da conseguire. E noi siamo pronti a questa nuova sfida che richiede un approccio collaborativo per garantire alle infrastrutture una protezione sistemica”.
“Tra le tecnologie sviluppate da ENEA in questo settore specifico, un posto di rilievo è occupato dai sistemi di supporto alle decisioni (Decision Support System), finalizzati al monitoraggio e all’analisi del rischio delle infrastrutture critiche, viste nella loro struttura interdipendente, in caso di eventi naturali avversi, e per il supporto alla gestione delle crisi correlate”, evidenzia Maurizio Pollino referente dell’ENEA per EISAC.it.
Come sono qualificate le infrastrutture critiche
Il Ministero dell’Interno definisce le “Infrastrutture Critiche nazionali” come “le risorse materiali, i servizi, i sistemi di tecnologia dell’informazione, le reti e i beni infrastrutturali che, se danneggiati o distrutti, causerebbero gravi ripercussioni alle funzioni cruciali della società, tra cui la catena di approvvigionamenti, la salute, la sicurezza e il benessere economico o sociale dello Stato e della popolazione”. Ne consegue che integrità, protezione dal rischio fisico e resilienza all’intero sistema dei servizi nazionali rappresentano temi strategici, soprattutto alla luce delle mutevoli condizioni meteo-climatiche, degli impatti dei fenomeni idrogeologici e sismici e dei problemi di invecchiamento delle strutture stesse.
(Fonte: ENEA)
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