Etica e informazione geografica: trasparenza dei dati e rispetto della privacy.
Oggi un gran numero di aziende e di enti si preoccupa di presentare al pubblico statistiche georiferite. Purtroppo altrettanto spesso il cosiddetto “fruitore” è costretto a subire l’informazione, rivestendo il più tradizionale dei ruoli, quello di colui che legge e tenta di soppesare un dato che non tiene conto di ciò che lui pensa, delle sue necessità, di ciò che lui realmente è.
Senza alcun intento riduttivo o sobillatorio, definirei questo tipo di approccio “geomatica”, qualcosa che cioè, seppur magari rigoroso tecnicamente, difficilmente riesce a contenere il profilo rilevante e centrale dell’utente. Questo avviene, a mio parere, perchè troppo spesso il generatore dell’informazione elabora senza chiedere ed acquisisce e presenta il risultato come teorema, immodificabile.
A titolo esemplificativo: ci sono mappe che descrivono la copertura vaccinale, ma non ci sono mappe che descrivano la volontà delle persone in tal senso. Ci sono mappe che provano a riportare il grado di vivibilità delle strade di una città, calcolando la numerosità delle panchine, la quantità di traffico e tanti altri valori, ma nessuno ha chiesto alle persone come si vive davvero in quelle vie. Perchè?
Siamo circondati da mappe che rappresentano fenomeni che in un modo o nell’altro ci riguardano, eppure sono rarissimi i soggetti di ricerca o agenzie di marketing che sembrino interessati a riportare la nostra reale condizione o le nostre preferenze e a georifere quelle, dopo averle accuratamente misurate e valutate.
Dalla parte dell’utente, del cittadino, oltre alla posizione di passività rimane la diffidenza e matura la paura del leggere queste informazioni. Chi ha paura si fa condizionare, come sempre e da sempre. Nel caso dei dati geografici si fa coinvolgere da una serie di mappe che non lo rappresentano. Rappresentano solo la sua paura.
Tolto il dente… sono poche o comunque non molte, le aziende e gli enti che raccolgono, rappresentano ed elaborano informazioni oggettive (oltre che oggettivabili sul territorio), chiare e trasparenti. Che gestiscono i dati forse più delicati, sul piano della privacy, ovvero i nostri percorsi esistenziali. E che sono dominate dal rispetto di un’etica professionale che ne ha contraddistinta l’attività per decine di anni.
Alcuni di questi soggetti avrebbero potuto, meglio forse avrebbero dovuto, tutelare i propri interessi difendendo i propri dati dalle copie non autorizzate (furti) che hanno palesemente subito. Sovente non lo hanno fatto.
C’è quindi un’etica double face, quella del fornitore dei dati geografici e quella dell’utilizzatore, attivo o passivo che sia.
Sono questi alcuni dei temi di cui parleremo martedì 4 maggio durante il webinar
“Informazione geografica ed ETICA” organizzato da AMFM GIS Italia.
Per le programma e registrazioni leggi: “Informazione geografica ed etica, webinar AMFM GIS Italia“
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