Uno dei vulcani più attivi del mondo, l’Etna, ha avuto una nuova fase attiva nelle scorse settimane, eruttando lava e nuvole di cenere sulla Sicilia. Le immagini riprese dai satelliti Sentinel del programma europeo Copernicus di osservazione della Terra.
L’Etna ripreso dai satelliti Sentinel
Questa immagine, catturata il 13 novembre dalla missione Copernicus Sentinel-2 , è stata elaborata utilizzando le bande degli infrarossi a onde corte della missione Sentinel per mostrare il flusso di lava al momento dell’acquisizione.
Con un’altezza di circa 3.329 m, l’Etna è in uno stato di attività quasi costante. La cenere e le nuvole createsi a causa delle frequenti eruzioni rappresentano una minaccia per la vicina città di Catania, situata sulla costa orientale.
Il filmato dell’evento più recente è stato condiviso sui social media , mostrando enormi pennacchi di roccia fusa e lava sparati nel cielo notturno. Nonostante l’attività del vulcano e le precipitazioni di cenere, l’Aeroporto di Catania è rimasto aperto.
L’Etna non è l’unico vulcano sotto sorveglianza in Europa. Anche l’Islanda si sta preparando ad un’imminente eruzione vulcanica. Sciami sismici sono stati registrati nella città di Grindavik mentre si forma un tunnel di magma sotto la regione, provocando l’evacuazione di migliaia di persone.
L’uso dei dati satellitari per prevedere le eruzioni
I dati satellitari possono essere utilizzati per rilevare i lievi segni di cambiamento che potrebbero predire un’eruzione. Una volta iniziata un’eruzione, gli strumenti ottici e radar possono catturare i vari fenomeni ad essa associati, tra cui colate di lava, colate di fango, fessure del terreno e terremoti.
I sensori atmosferici sui satelliti possono anche identificare i gas e gli aerosol rilasciati dall’eruzione, nonché quantificarne l’impatto ambientale più ampio.
Quindi i satelliti Sentinel svolgono un ruolo fondamentale nel monitoraggio dei vulcani dallo spazio, fornendo dati in tempo reale sull’attività vulcanica e possono anche aiutare gli sforzi di risposta ai disastri post-eruzione.
Crediti immagine: dati Copernicus Sentinel modificati (2023), elaborati da ESA.
(Fonte: ESA)