Modelli predittivi e smart mobility: importanza di dati georeferenziati.
Dietro a una Smart Mobility, integrata e supportata dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), in un’ottica di riduzione dell’impatto ambientale, dei tempi di trasferimento e dell’efficientamento sinergico tra veicoli interconnessi sia con la rete, sia tra loro, servono dati puntuali: un punto di partenza, un indirizzo preciso, uno stallo di un parcheggio, un cartello stradale, uno speed limits, una segnaletica, un semaforo, una rotonda, tutto ciò che ruota intorno al nostro vivere o viaggiare oggi è, e deve essere mappato con precisione.
Dati, modelli predittivi e smart mobility per il futuro delle città
Difficile pensare a modelli predittivi e a progetti avveniristici sulla viabilità, sulla sicurezza, sulla strategia amministrativa di una città, senza doversi affidare a una mappa oggettiva e puntuale che raccolga la georeferenziazione di ogni punto di interesse.
L’approccio di StudioSit SA alla raccolta dei dati
Per noi di StudioSit SA la precisione del dato nasce da una ormai attiva e funzionale strategia di ‘detection’ che si basa infatti su due punti essenziali: la raccolta dati, spesso verificata sul campo, insormontabile attualmente se si vuole una banca dati certa, e un successivo e severo collaudo. L’implementazione di ulteriori strumenti come il Machine Learning a supporto di una procedura rodata permette di avere oggi livelli qualitativi soddisfacenti, in aggiunta però ai passaggi obbligati che da anni applichiamo nella raccolta dei dati geografici.
Dati georeferenziati per modelli predittivi e smart mobility
Questo approccio, che ci ha permesso di essere oggi la prima azienda proprietaria della migliore banca dati al mondo della numerazione civica georeferenziata per il territorio italiano e di alcuni paesi del Sud Europa, si nutre di una ricerca in continua evoluzione, di sistemi e strategie atti a ridurre i costi di raccolta per raffinare la qualità del dato, e diventa elemento di sfida applicabile a ogni tipo di settore, non ultimo, quello delle smart cities.
Open Data e le sfide della qualità in Italia
In Italia, purtroppo gli open data resi pubblici dalle amministrazioni sono spesso impuri, rispetto all’oggettività o a molti paesi europei per esempio. A parte alcuni esempi veramente virtuosi, l’approssimazione che in questo ambito persiste, può dare risultati compromessi e controversi, a lungo andare. Ecco perché partire da una buona base, per una progettazione attenta e accurata, può dare vita a proiezioni sempre più certe e sostenibili.
Il problema della frammentazione delle informazioni sui parcheggi
Nell’ambito dei parcheggi, per esempio, siamo spesso di fronte a una frammentazione di informazioni così complessa che l’utente non riesce a raggiungere con una sola App, o affidandosi a un solo sito, anche se comunale, il ventaglio di opportunità di parcheggio che quella via o quel luogo offre. A fronte di strumentazioni sempre più sofisticate installate sulle auto, o accessibili tramite device, il dato finale, risulta carente e spesso poco attendibile.
Vi è mai capitato di prenotare un parcheggio on line e di arrivare nel bel mezzo di un prato verde? A me sì, e la cosa buffa è che eravamo anche in coda a chiederci dove fosse finito il parcheggio…
L’importanza dei dati puntuali nella gestione dei parcheggi
Dati puntuali nei civici, nella georeferenziazione degli accessi, nella segnalazione degli stalli, e dei servizi che vengono offerti dai parcheggi, soprattutto in quelli in struttura che spesso non enunciano all’entrata l’offerta ad uso del fruitore, sicuramente portano a ridurre traffico, km e errori di percorso.
Analisi dei dati sui parcheggi per modelli predittivi e smart mobility: uno scenario complesso
Nella nostra ricerca di dati sui parcheggi in struttura o gestiti, infatti abbiamo identificato ben 39 campi. La miriade di differenze dei singoli parcheggi, risulta essere il vero dato più evidente e comune a tutti i parcheggi identificati. La domanda di stalli attrezzati è molto alta e spesso rapida, anche nella proliferazione di servizi, e i gestori cercano di attrezzarsi per dare ai clienti il meglio possibile.
Costi, gratuità per alcune ore, eventi, stagionalità, aperture, specificità territoriali, colonnine elettriche per la ricarica, accessi disabili, accessi moto, indicazioni per veicoli GPL, metodi di pagamento con rilevamento targa o no, o con apparecchi, sbarre, cancelli, biglietti, custodi e obbligo di chiavi, o sensori per la ricerca della propria auto, tipologie di pagamento, mail, abbonamenti, prenotazione di stalli… e così via, ci mostrano un mondo estremamente variegato e in continuo cambiamento.
La trasformazione della gestione dei parcheggi
Non ultimo il cambio di gestione dei parcheggi, dato oggettivo che merita attenzione: ci si è resi conto, infatti, che la rotazione dei gestori e la ristrutturazione degli spazi adibiti a parcheggio sono più numerosi dell’apertura e dell’installazione di nuove strutture, oggi.
E in questo ultimo anno di focus sull’area test di Milano, Como, Bergamo, le rispettive province e gli aeroporti lombardi, realizzata in collaborazione con Easypark, abbiamo rilevato spesso una trasformazione spinta dal modificarsi delle esigenze dei clienti, in funzione di un’ottimizzazione degli spazi nonché dell’offerta di servizi, avvicinandosi a quella vocazione europea più libera da comparti preconfezionati che spesso ci contraddistingue. Come nel caso degli Hotel per esempio, che stanno cambiando la loro proiezione di utilizzo di stalli privati, un tempo esclusivi per i soli clienti.
Le prospettive future per modelli predittivi e smart mobility
Ma i tempi per una vera innovazione non sembrano brevi: in una visione contemporanea di smart mobility, sempre più organizzata e automatizzata, se in Europa si stanno diffondendo nuove concezioni di parcheggi, liberi e senza sbarra, con il solo accesso rilevato da sensori e telecamere, e in Svizzera per esempio le politiche cittadine si direzionano sempre più verso la cancellazione definitiva dei parcheggi auto raso terra, prediligendo parcheggi interrati, strutturati e automatizzati, per dare più spazio e valore al paesaggio, in Italia non sembra esistere una vera e propria programmazione in tale settore, infatti continuano a sopravvivere quelle micro realtà, e sono migliaia e capillari, che conservano un’operatività ancora manuale, lontana anche solo dall’idea di tutta questa innovazione.
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(Articolo di Mariagrazia Rocchetti)