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La siccità in Italia meridionale monitorata dai satelliti Copernicus

La grave siccità che ha colpito quest’estete l’Italia, in particolare Puglia e Basilicata, è stata continuamente monitorata dai satelliti del programma europeo Copernicus.

La siccità in Italia e l’agosto più caldo

La perturbazione di questi giorni che sta investendo l’Italia non può farci dimenticare l’estate che sta finendo, come la canzone dei Righeira che ognuno di noi canticchiava quando era più giovane. Ma che estate è stata? Calda, caldissima, siccitosa per molte aree del centro-sud, come dimostrano i dati pubblicati dal Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S), secondo cui il mese di agosto 2024, è stato il mese più caldo con una temperatura di + 1,51°C al di sopra del livello preindustriale. A questo proposito leggi l’articolo “Temperature 2024: l’estate la più calda mai registrata“.

L’indice NDMI (Normalized Difference Moisture Index)

L’immagine satellitare Sentinel-2A dello scorso 8 settembre 2024 ci restituisce l’elaborazione dell’indice di umidità differenziale normalizzato (NDMI) che utilizza le bande NIR (vicino all’infrarosso) e SWIR (infrarosso ad onde corte) e viene utilizzato per determinare il contenuto di acqua della vegetazione, utile nel monitorare la siccità che ha colpito l’Italia.

La banda SWIR riflette i cambiamenti sia nel contenuto idrico della vegetazione che nella struttura spugnosa del mesofillo nelle chiome della vegetazione, mentre la riflettanza NIR è influenzata dalla struttura interna della foglia e dal contenuto di sostanza secca, ma non dal contenuto idrico.

La combinazione di NIR con SWIR rimuove le variazioni indotte, migliorando l’accuratezza nel recupero del contenuto idrico della vegetazione. La quantità di acqua disponibile nella struttura interna fogliare controlla in larga misura la riflettanza spettrale nell’intervallo SWIR dello spettro elettromagnetico. La riflettanza SWIR è quindi negativamente correlata al suo contenuto idrico. Questo indice, quindi, viene utilizzato per monitorare i cambiamenti nel contenuto idrico delle foglie ed è stato proposto da Gao.

L’intervallo di valori dell’NDMI è compreso tra -1 e 1. I valori negativi dell’NDMI (valori prossimi a -1) corrispondono a terreno arido. Valori intorno allo zero (da -0,2 a 0,4) corrispondono generalmente allo stress idrico. Valori alti e positivi rappresentano una chioma alta senza stress idrico (circa da 0,4 a 1).

Puglia e Basilicata, tra le regioni più colpite dalla siccità

L’immagine che proponiamo a titolo di esempio, mostra il Tavoliere e la Murgia pugliese con una situazione di stress idrico molto accentuato che ha prodotto pesanti conseguenze in termini di aridità dei suoli. Anche le aree interne della Basilicata hanno sofferto la siccità, soprattutto nella valle del Bradano dove i bacini idrici hanno avuto scarsità d’acqua dalle aree di ricarica. Una situazione che ha obbligato le istituzioni a razionalizzare l’acqua con disagi alle popolazioni coinvolte, mentre intere aree agricole hanno subito danni alle produzioni per via dello stress idrico e da calore, con gli eventi meteorologicamente estremi (grandine) che hanno fatto il resto.

Cambiare i modelli di sviluppo

Le pesanti conseguenze della crisi climatica in atto, deve indurre tutti a ripensare i modelli di sviluppo, altrimenti, col tempo, saremo costretti a diventare anche noi “profughi climatici”, che significherebbe abbandonare le terre in cui viviamo.

Cosa fare per avere almeno un effetto di mitigazione? Ecco di seguito alcune proposte che sono anche di semplice attuazione.

Un piano di riforestazione serio, risanare le zone umide e di interesse naturalistico, vietare la bruciatura delle stoppie di origine agricola, transizione verso l’agro-ecologia e l’agricoltura rigenerativa, preservare la macchia mediterranea. Sono solo alcuni esempi, forse non sufficienti ma indicativi su quale strada bisogna percorrere.

Crediti immagine: Copernicus Data Space Ecosystem

(Articolo di Vito L’Erario)

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