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Efficienza energetica, opportunità e non disastro: report convegno FIRE-FREE-GBC

L’efficienza energetica è un elemento di decarbonizzazione ma è anche un’importante opportunità per la sicurezza energetica, visto che riducendo la richiesta di energia si diminuisce la dipendenza dalle importazioni di fonti fossili.

Se si è contrari all’efficienza energetica e alle sue modalità, si nega l’importanza del processo di decarbonizzazione. Inoltre, sono anni che anche il nostro Paese ha effettuato investimenti attraverso i meccanismi di detrazione fiscale, come l’Ecobonus e il Superbonus, che solo nel 2021 sono stati pari a 24 miliardi di euro.

Il report del convegno FIRE-FREE-GBC

Molti sono gli spunti emersi – che verranno integrati e presentati agli stakeholder istituzionali – durante il convegno Strumenti di supporto per la riqualificazione edilizia: come renderli più efficaci svoltosi oggi ed organizzato da FIRE e GBC Italia in qualità di associati al Coordinamento FREE. In particolare, è emersa la necessità di diversificare l’entità dell’incentivo per premiare le tecnologie che più possono contribuire a fare un salto di qualità importante in termini di emissioni e consumi di energia.

Altri spunti riguardano l’importanza di garantire alle politiche un orizzonte di medio-lungo periodo per consentire alla filiera di strutturarsi e per ridurre i costi, di promuovere la misura dei risparmi energetici conseguiti, di estendere la banca dati SIAPE sugli attestati di prestazione energetica a tutti gli immobili, di mantenere cessione del credito e sconto in fattura, superandone le criticità, e l’utilizzo di contratti EPC attraverso le ESCO.

Direttiva efficienza energetica: opportunità e non disastro

Nello specifico, sul tema Direttiva efficienza energetica è emerso che questa netta opposizione del governo nei confronti della Direttiva Europea sull’efficienza energetica nell’edilizia non porta a risultati positivi, né dal punto di vista dell’efficacia dei finanziamenti pubblici, né sull’importanza dei risultati che porterebbero anche ad una diminuzione della bolletta energetica.

Considerato che questo risparmio vale 10-12 miliardi di euro ogni anno a fronte di investimenti dell’ordine di 30-40 miliardi di euro all’anno distribuiti nei prossimi sette anni da qui al 2030, con vantaggi in termini fiscali e di sviluppo industriale di un intero settore.

In tale contesto, non si capisce su quali elementi si fonda questa opposizione. Invece, sviluppando adeguati meccanismi finanziari per rendere l’efficienza energetica più attraente per l’intera filiera si può costruire una linea di sviluppo industriale nazionale, inserita in una strategia energetica pluriennale, con strumenti strutturali migliorati sulla base delle esperienze di questi anni.

Il processo non può essere bloccato, ma invece rilanciato. L’attuale struttura del superbonus dovrebbe essere rivista proprio in funzione di obiettivi e opportunità posti dalla nuova Direttiva sull’efficienza energetica.

Le dichiarazioni

La mattinata ha visto alternarsi al tavolo dei relatori Domenico Prisinzano di ENEA, che ha illustrato i dati del Report 2022 sulle detrazioni fiscali e Andrea Toma di Censis che ha tracciato i principali impatti che ha avuto il superbonus in termini economici, fiscali, occupazionali, nonché di efficienza energetica e sostenibilità.

In particolare, secondo il CENSIS il costo per lo Stato non corrisponde all’ammontare delle detrazioni, pari a circa 69 miliardi di euro a fine dicembre 2022, ma a un 30% circa grazie agli effetti economici diretti ed indiretti sul gettito per lo Stato.

«Dell’efficienza energetica si è sempre parlato poco, e oggi, con la discussione sulla nuova direttiva se ne parla male e a sproposito. – afferma Livio de Santoli, Presidente del Coordinamento FREEDetto che è necessario “aggredire” il settore edilizio sul fronte della decarbonizzazione, visto che è responsabile d’oltre il 30% delle emissioni climalteranti, per quanto riguarda l’Italia sarà necessario che 20 milioni d’alloggi arrivino alla classe E. Si tratta di un risparmio energetico del 20%, con un costo complessivo di circa 30 miliardi l’anno per sette anni. Uno sproposito? No, la cifra è allineata con quella degli altri paesi europei. E sarà un ulteriore volano per le imprese».

Marco Mari, Presidente di Green Building Council Italia nel suo intervento ha affermato «Secondo i dati dell’ONU il settore delle costruzioni (e le relative filiere edilizia e immobiliare) non è soltanto il più grande in termini economici, ma anche in termini di utilizzo di risorse e impatti sull’ambiente. Oggi non possiamo più porci la domanda del se fare qualcosa per questo settore ma è il come fare l’imperativo. In tal senso la rigenerazione di un edificio o di un insediamento urbano mediante l’applicazione di strumenti come i protocolli energetico-ambientali diventa il metodo per integrare tutti gli aspetti prestazionali, compresi quelli energetici. Sulla base di tali strumenti è impellente mettere in campo un nuovo patto per lo sviluppo sostenibile per edilizia e immobiliare tra istituzioni e rappresentanti del settore. L’Italia presenta già ottime opportunità, è arrivato il momento del fare».

Importanti proposte sono emerse dalla tavola rotonda a cui hanno preso parte Carlo De Masi di Adiconsum, Filippo Busato di Aicarr, Dario Di Santo di FIRE, Marco Mari di GBC Italia, Fabio Roggiolani di GIGA, Francesco Ferrante di Kyoto Club, Mauro Donnini di ASSISTAL, Vittorio Cossarini di Assoesco e Annalisa Paniz di AIEL.

Ha chiuso i lavori convegnistici Dario Di Santo direttore FIRE, sottolineando che «Spingere sull’efficienza energetica significa rafforzare l’economia, aumentare la sicurezza, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e migliorare l’ambiente. E si può fare in linea con gli obiettivi comunitari. Per questo motivo riteniamo essenziale che venga varato un programma di medio-lungo periodo di supporto agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, idealmente esteso fino al 2030. Riteniamo possibile modificare il pacchetto di detrazioni – riducendone l’esborso specifico agendo sulle aliquote e sugli interventi incentivati –, accompagnandolo con un fondo per mutui a tasso agevolato e con incentivi alle imprese della filiera mirati a facilitare l’industrializzazione della stessa. Per garantire la disponibilità all’investimento delle famiglie è inoltre importante confermare cessione del credito e sconti in fattura».

(Fonte: FIRE Italia)

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