Lo scioglimento dei ghiacciai intensifica la perdita di acqua dolce e accelera l’innalzamento del livello del mare. Secondo nuove scoperte, i ghiacciai hanno perso in media 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno dal 2000. Tuttavia, nascosto tra i dati di questa media, c’è stato un preoccupante aumento della perdita di ghiaccio negli ultimi 10 anni.
Sembra proprio che i ghiacciai di tutto il mondo stiano esaurendo le risorse regionali di acqua dolce e facendo aumentare il livello globale del mare ad un ritmo sempre più veloce. Questi risultati sono stati condivisi in seguito ad uno studio, realizzato grazie ad uno sforzo internazionale che ha coinvolto 35 gruppi di ricerca.
Scioglimento dei ghiacciai: dati allarmanti
Nel 2000, i ghiacciai – escludendo le calotte glaciali continentali della Groenlandia e dell’Antartide – coprivano 705.221 km² e contenevano circa 121.728 miliardi di tonnellate di ghiaccio. I ghiacciai sono comunque una parte importantissima della criosfera e rappresentano circa il 2.14% di essa. Sono quindi una importantissima riserva d’acqua dolce.
Negli ultimi due decenni, hanno perso circa il 5% del loro volume totale, con perdite regionali che vanno dal 2% nelle isole dell’Antartide e Subantartiche al 39% nell’Europa Centrale.
Questo equivale a una perdita annuale di 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Tuttavia, la quantità di ghiaccio persa è aumentata del 36% nella seconda metà del periodo di studio (2012-2023) rispetto alla prima metà (2000-2011).
La perdita di massa glaciale durante l’intero periodo di studio è stata del 18% in più rispetto alla perdita della calotta glaciale della Groenlandia e più del doppio rispetto alla calotta glaciale dell’Antartide.
Glambie: lo studio che svela la crisi globale
La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, è stata condotta nell’ambito del Glacier Mass Balance Intercomparison Exercise (Glambie).
Glambie è un’importante iniziativa di ricerca coordinata dal World Glacier Monitoring Service (WGMS), ospitato presso l’Università di Zurigo, in collaborazione con l’Università di Edimburgo e Earthwave Ltd, per generare una stima condivisa della perdita di massa glaciale a livello globale.
Il team ha coordinato la raccolta, la standardizzazione e l’analisi di diversi dati, provenienti da misurazioni sul campo e da una vasta gamma di missioni satellitari ottiche, radar, laser e gravimetriche. Le osservazioni satellitari includevano quelle della missione statunitense Terra/ASTER, ICESat-2, la missione congiunta USA-Germania GRACE, la missione tedesca TanDEM-X e le missioni CryoSat dell’ESA, tra le altre.
Variazioni di massa glaciale nelle regioni della criosfera
Combinando diversi tipi di dati provenienti da queste molteplici fonti, Glambie ha prodotto una serie temporale annuale della variazione di massa glaciale per tutte le regioni glaciali del mondo dal 2000 al 2023.
“Abbiamo raccolto 233 stime della variazione regionale della massa glaciale da circa 450 collaboratori, organizzati in 35 gruppi di ricerca”, ha spiegato Michael Zemp, coautore dello studio.
“Grazie ai diversi metodi di osservazione, Glambie non solo fornisce nuove informazioni sulle tendenze regionali e sulla variabilità annuale, ma ci ha anche permesso di identificare le differenze tra i vari metodi di osservazione. Questo significa che possiamo fornire una nuova base di riferimento osservativa per futuri studi sull’impatto dello scioglimento dei ghiacciai sulla disponibilità di acqua regionale e sull’innalzamento globale del livello del mare.“
Livia Jakob, che ha ospitato un grande workshop presso Earthwave a Edimburgo per discutere i risultati con tutti i partecipanti, ha sottolineato: “Riunire così tanti gruppi di ricerca da tutto il mondo in uno sforzo congiunto per aumentare la nostra comprensione e certezza sulla perdita di ghiaccio glaciale è stato estremamente prezioso. Questa iniziativa ha anche rafforzato il senso di collaborazione all’interno della comunità scientifica.”
I ghiacciai superano la Groenlandia come causa dell’innalzamento del mare
Tra il 2000 e il 2023, i ghiacciai hanno perso complessivamente 6.542 miliardi di tonnellate di ghiaccio, contribuendo per 18 mm all’innalzamento del livello globale del mare. In media, i ghiacciai hanno perso 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno, corrispondenti a un aumento del livello del mare di 0,75 mm all’anno.
Il tasso di perdita di ghiaccio glaciale è aumentato in modo significativo, passando da 231 miliardi di tonnellate all’anno nella prima metà del periodo di studio a 314 miliardi di tonnellate all’anno nella seconda metà.
Oggi, i ghiacciai sono il secondo maggiore contributore all’innalzamento globale del livello del mare, dopo l’espansione termica degli oceani dovuta al riscaldamento. Superano persino i contributi della calotta glaciale della Groenlandia, della calotta glaciale dell’Antartide e delle variazioni nelle riserve d’acqua terrestri.
Crediti: contiene dati Copernicus Sentinel modificati (2017), elaborati dall’ESA.
La perdita di risorse idriche essenziali
Oltre all’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai rappresenta una significativa perdita di risorse idriche regionali.
“Per mettere questo in prospettiva, le 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio perse ogni anno equivalgono a quanto l’intera popolazione globale consumerebbe in 30 anni, ipotizzando un consumo di tre litri di acqua per persona al giorno,” ha osservato il glaciologo Prof. Zemp.
La glaciologa dell’Università di Zurigo, Inés Dussaillant, coinvolta nelle analisi di Glambie, ha aggiunto: “I ghiacciai sono risorse vitali di acqua dolce, soprattutto per le comunità locali dell’Asia Centrale e delle Ande Centrali, dove i ghiacciai dominano il deflusso durante le stagioni calde e secche. Ma quando si parla di innalzamento del livello del mare, le regioni artiche e antartiche, con le loro aree glaciali molto più estese, sono i principali attori. Tuttavia, quasi un quarto del contributo glaciale all’innalzamento del mare proviene dall’Alaska.“
Noel Gourmelen, coautore dello studio, ha dichiarato: “Questa ricerca è il risultato di sforzi sostenuti dalla comunità scientifica e dalle agenzie spaziali per molti anni, sfruttando una varietà di satelliti che inizialmente non erano stati progettati specificamente per monitorare i ghiacciai a livello globale. Questa eredità sta già avendo un impatto, con missioni satellitari in fase di progettazione per consentire un monitoraggio operativo dell’evoluzione futura dei ghiacciai, come la missione europea Copernicus CRISTAL, che si basa sull’eredità del CryoSat dell’ESA.”
Scioglimento dei ghiacciai: il ruolo della ricerca internazionale
La ricerca è stata finanziata principalmente dalla Science for Society element del programma FutureEO dell’ESA, con ulteriore supporto dall’International Association for Cryospheric Sciences e da vari partner istituzionali.
Stephen Plummer, scienziato dell’ESA esperto in applicazioni di osservazione della Terra, ha commentato: “Siamo orgogliosi di supportare questa ricerca vitale attraverso il nostro programma ESA Science for Society, poiché riunisce, per la prima volta, molteplici stime della perdita di massa glaciale da diversi satelliti e osservazioni sul campo in un approccio comunitario.”
Questa ricerca rappresenta un passo fondamentale in preparazione all’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai delle Nazioni Unite e del Decennio d’Azione per le Scienze Criosferiche (2025-2034).
(Fonte: ESA)