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Nell’Atlante Ambientale ISPRA gli ecosistemi urbani da ripristinare

Nell’Atlante ambientale dell’ISPRA tutti gli ecosistemi urbani italiani da ripristinare a partire dal 2031.

Superano il 28% i comuni italiani obbligati a ripristinare le proprie aree urbane a partire dal 2031. Si arriva a oltrepassare anche il 40% se, oltre ai centri e agli agglomerati urbani, si aggiungono anche i comuni periurbani pari all’11,6% del totale.

Lo mostra chiaramente una delle carte dell’Atlante Ambientale ISPRA 2024 presentato lo scorso 30 settembre a Torino dall’ISPRA durante la manifestazione “Terra Madre”.

Piano nazionale di ripristino e Nature Restoration Law

Anche al fine di supportare il percorso del Governo nella redazione del Piano nazionale di ripristino, la nuova edizione dell’Atlante tiene in considerazione quanto previsto dal recente regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), entrato in vigore il 18 agosto 2024. Secondo tale regolamento, tutti gli Stati membri dell’UE devono assicurare il ripristino di almeno il 20% delle aree degradate terrestri e marine, ed entro il 2050, di tutti gli ecosistemi degradati.

Il regolamento richiede inoltre che non ci sia alcuna perdita netta di spazi verdi e di copertura arborea nelle aree urbane fino al 2030, con un costante aumento di queste superfici a partire dal 2031.

Le mappe degli ecosistemi urbani e le azioni di ripristino

Le mappe dell’Atlante individuano per la prima volta tutti gli ecosistemi urbani per i quali i comuni dovranno assicurare il mantenimento dell’estensione complessiva (a partire dal 2024) e l’incremento delle aree verdi e della copertura arborea, con azioni di ripristino previste dal 2031. Attualmente, solo il 2,3% della copertura arborea si trova in ambito urbano.

Oltre agli ecosistemi urbani, sono previsti interventi di ripristino in altri ambiti come quelli agricoli, forestali, costieri, marini e fluviali. Attualmente, il 23,3% degli ecosistemi soffrono di elevata frammentazione, mentre quasi un quinto (17,5%) presenta frammentazione molto elevata.

Distribuzione e stato degli habitat

Nel 74% degli habitat mappati dalla Carta della Natura, i sistemi ambientali in cui le attività antropiche sono predominanti, come le coltivazioni e le aree costruite, coprono più della metà del territorio nazionale (52%). Tra gli ambienti con maggiore naturalità, prevalgono gli habitat forestali e prativi (44%), mentre il 4% è costituito da ambienti costieri, umidi e rocciosi.

Ecosistemi urbani e cambiamenti climatici e impatti rilevati

Il lavoro dell’Atlante si articola in sei sezioni tematiche, una delle quali è dedicata ai cambiamenti climatici. Questa sezione contiene dati sullo stato del clima, indicatori di impatto e strategie di contrasto, offrendo un quadro per valutare la situazione a livello nazionale e locale.

Ad esempio, si possono analizzare dati come la temperatura media annua del 2023, che varia tra i -1,9°C registrati alla stazione di Valtournenche – Cime Bianche (Aosta, 3018 m s.l.m.) e i 20,9°C della stazione di Lampedusa. Il 2023 è stato il secondo anno più caldo dal 1961, superato solo dal 2022, e il decimo anno consecutivo con anomalie termiche positive rispetto alla norma.

Le precipitazioni cumulate annuali nel 2023 sono state inferiori di circa il 4% rispetto al trentennio di riferimento 1991-2020, con riduzioni più marcate in alcune aree del Paese, come il Nord-Ovest, il Centro, la Sardegna, la Sicilia e il Sud Italia, dove si sono verificate condizioni di siccità persistente.

Pericolosità idraulica e rischi territoriali

Un’altra tavola dell’Atlante è la carta della pericolosità idraulica, che mette in evidenza le gi ecosistemi urbani e le aree più critiche del territorio nazionale. In base agli scenari di pericolosità media (P2), l’11,8% delle famiglie, il 13,4% delle imprese e il 16,5% dei beni culturali italiani si trovano in aree potenzialmente inondabili, con significativi impatti economici e sociali.

La progressiva impermeabilizzazione del suolo e la riduzione delle superfici per l’espansione delle piene aggravano le conseguenze degli eventi alluvionali. Il consumo di suolo continua ad aumentare, causando una riduzione delle superfici agricole, una perdita di biodiversità e un aumento del degrado del suolo, problemi che richiedono azioni incisive di ripristino.

L’EcoAtlante: un portale digitale innovativo

Il passaggio dal cartaceo al digitale è reso possibile grazie all’inserimento di QR Code in ogni scheda dell’Atlante, che permette di collegarsi all’EcoAtlante, un portale interattivo sviluppato dall’ISPRA. Tramite questo portale, è possibile creare mappe nazionali e locali personalizzate, scaricare i dati del Sistema informativo nazionale ambientale e consultare i trend e le statistiche della “Banca dati degli indicatori ambientali” dell’Istituto.

Con l’EcoAtlante, è possibile sovrapporre mappe tematiche e condividerle su diversi canali, dai social ai blog, rendendo accessibile a tutti una rappresentazione unica e personalizzata del territorio italiano.

Scarica la pubblicazione (pdf 75 mb).

(Fonte: ISPRA)

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