In questo articolo, Paolo Storelli illustra l’approccio e le tecnologie impiegate per la realizzazione del GIS 3D del Geoportale Culturale Lucano per la promozione del patrimonio culturale regionale.
I dati dei beni culturali
Da studente universitario di Lettere e Beni Culturali mi è spesso capitato di dovermi interfacciare con i dati, questa parola così semplice e ricorrente nella nostra quotidianità, ma tante volte così ostica, soprattutto per chi non è addetto ai lavori.
Questi possono essere presentati sotto varie forme: testuali, numerici, in codice, raggruppati in un archivio o sotto una veste grafica, come, ad esempio, gli shapefile.
L’Italia è uno di quegli stati che raccoglie e cataloga una quantità enorme di dati quotidianamente, per essere poi messi a disposizione dei cittadini attraverso i vari geoportali (nazionale e regionali), seguendo le correttissime direttive di pubblicità dei dati ad uso scientifico – professionale da parte della Comunità Europea.
Ma i dati sono solo pubblici o sono anche “pubblicamente” fruibili? Per rispondere a questa domanda mi limiterò a riportare un caso di studio che ho affrontato nell’ultimo anno, dal quale scaturisce questo contributo. Lo studio dei beni culturali prevede la consultazione di tabelle relative ai beni e/o alle aree prese in esame, banalmente per ottenere informazioni preliminari per l’organizzazione di uno scavo, oppure per la scrittura di una tesi o semplicemente per approfondire un particolare argomento di un corso.
I dati della Regione Basilicata
Il caso specifico riguarda la Regione Basilicata, precisamente ponendo l’accento sulla fruizione dei dati catalogati nel geoportale regionale RSDI (Regional Spatial Data Infrastructure).
Questo portale è davvero completo sul piano dei dati accessibili tramite web app e WMS (CTR, DEM, DTM, Ortofoto, ecc.), ma il problema sorge nel momento in cui bisogna aver a che fare con i dati storico – artistico – culturali. Per poterli raggiungere in web app, bisogna accedere alla sezione dedicata al Piano Paesaggistico Regionale e da lì attivare i layer e visualizzare i poligoni disegnati sulla basemap, la carta tecnica regionale. Sicuramente non il più logico ed intuitivo dei percorsi disponibili. Poi basta, attraverso questa web app non si accede alla tabella attributi; tutte le informazioni, per poter essere visualizzate, vanno scaricate a parte, accedendo tramite i link dedicati al portale Open Data Basilicata.
Da qui nasce l’idea di realizzare una web app culturale ad-hoc per la Regione Baslicata sul modello di CartApulia – La Carta dei Beni Culturali pugliesi, per garantire la fruibilità di questi specifici dati alla molto ampia utenza non esperta di sistemi informativi geografici, la quale altrimenti ne risulterebbe tagliata fuori.
Per la realizzazione di questo progetto è stata scelta la suite di software Esri ArcGIS, nello specifico ArcGIS Pro e Online per l’elaborazione della cartografia; Experience Builder per la realizzazione dell’infrastruttura che ospita il web GIS e ArcGIS Drone2Map per la realizzazione di 3D Mesh che vedremo più avanti.
Il progetto del GIS 3D
La prima cosa da fare è stata collezionare i dati relativi ai Beni Monumentali, alle Aree Archeologiche ed ai Tratturi Storici ed elaborare la cartografia su ArcGIS Pro, tenendo in conto dei principi base di usabilità della stessa operando su una corretta visualizzazione delle etichette su scala variabile. Dopodiché quest’ultima è stata esportata su ArcGIS Online per la creazione del WebGIS.
I layer informativi sono esplorabili e, attraverso i pop-up, si accede alle informazioni di base relative al bene selezionato.
Le tabelle complete sono visualizzabili e scaricabili attraverso la sezione “Dati” della web app.
L’approccio è stato mettere al centro del progetto le esigenze di un determinato target di utenti, ovvero tutte le persone che per i più svariati motivi sono interessate al mondo dei beni culturali (studenti, ricercatori, curiosi, appassionati, professionisti coinvolti nella gestione dei territori) e per, migliorare l’esperienza utente sul geoportale, è stata contemplata la possibilità di integrare nella piattaforma dei “plastici digitali” relativi ai Beni Monumentali.
A questo punto, non posso non citare e ringraziare Matteo Mangialardi del Circolo Velico Lucano di Policoro (MT) per il suo supporto tecnico nell’utilizzo del drone per l’acquisizione dei fotogrammi del Castello Baronale di Policoro, bene scelto per l’implementazione nel prototipo.
Il GIS 3D e la modellazione 3D degli edifici, oltre che a favorire i processi di gamification funzionali all’apprendimento, mantiene alto il coinvolgimento dell’utenza nell’esplorazione dei dati e funge da ulteriore veicolo visuale per le informazioni da condividere.
Questo lavoro, frutto della mia tesi di laurea in Digital Humanities (LM-43) conseguita presso l’Università del Salento, vuole essere un contributo alla più amplia riflessione sulle discipline che compongono l’Informatica Umanistica, in particolar modo sul ruolo dell’UX (User eXperience) design nella progettazione di prodotti digitali culturali per superare l’approssimazione nei confronti della condivisione web di questo tipo di soluzioni divulgative che ci ha accompagnato durante tutto il primo ventennio del XXI secolo.
Coinvolgere il maggior numero di utenti possibili nella loro fruizione, mettendo a disposizione delle comunità i dati relativi al patrimonio culturale dei territori in modo fluido, intuitivo e user-friendly, è necessario per alimentare le buone pratiche di disseminazione della conoscenza dei beni culturali e del paesaggio, così come ci suggerisce la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, firmata dall’Italia nel 2005 e ratificata nel 2020, la quale pone l’accento sull’importanza dei cittadini considerati attori fondamentali nel processo di negoziazione di significati dell’eredità culturale, di cui noi siamo permeati.
In questo caso specifico si è proceduto utilizzando un censimento di istanze già effettuato dagli enti locali preposti che, congiuntamente all’utilizzo di tecnologie no-code, ci permette di accelerare i lavori con la restituzione di risultati estremamente convincenti.
(Articolo di Paolo Storelli)