Dal lancio del satellite San Marco 1 avvenuta nel dicembre del 1964 fino alla missione nello spazio appena conclusa di Walter Villadei; il percorso dell’Italia nella storia dello spazio.
L’Italia nella storia dello spazio
Al FlyFuture di Roma le celebrazioni a sessant’anni dal lancio del San Marco 1, il primo satellite italiano. E’ stata l’occasione per ripercorrere alcune delle tappe più significative della storia dello spazio vista dal punto di vista dell’Italia.
La storia dello spazio e dell’astronautica Italiana muove uno dei suoi primi passi il 15 dicembre 1964, giorno in cui un gruppo di giovani tra scienziati e ingegneri capitanato da Luigi Broglio, padre dell’astronautica italiana, mise in orbita il San Marco 1, il primo satellite italiano, ponendo l’Italia come quinto paese al mondo ad affacciarsi allo spazio e addirittura il secondo, dopo il Regno Unito dell’Ariel 1, a farlo in totale autonomia.
Obiettivo principale del San Marco 1 era condurre esperimenti scientifici nello spazio, con un’enfasi particolare sulla ricerca nell’ambito dell’astronomia e della fisica delle alte atmosfere. Inoltre, il satellite San Marco 1 aveva anche lo scopo di testare tecnologie spaziali e fornire dati utili per lo sviluppo di futuri programmi spaziali italiani.
Gli italiani del San Marco 1
Il team vedeva tra gli altri Edoardo Amaldi, membro dei cosiddetti “ragazzi di via Palsperna” del Nobel di Enrico fermi, il primo direttore della Agenzia Spaziale Italiana Carlo Buongiorno e, non ultimo, l’Ingegner Bruno Ratti, colui che anni dopo, dopo un incontro Jack Dangermond della Esri Inc., avrebbe fondato la Esri Italia per guidarla fino al giorno della sua scomparsa avvenuta nel 2019.
Il 21 febbraio scorso, a sessant’anni esatti da quel lancio nella sede della Flight Facility sull’isola di Wallops in Virginia, l’Università Europea di Roma ha dedicato al San Marco 1 un incontro con i rappresentanti di alcuni tra i massimi key-players dell’astronautica italiana in occasione di FlyFuture, la due giorni dedicata al futuro dell’aviazione e dell’astronautica, giunta quest’anno alla sua terza edizione.
La storia dello spazio al Fly Future
L’evento ha permesso di scoprire come l’astronautica italiana si sia evoluta da quel giorno del ’64 e quali siano stati i protagonisti che in questo sessantennio hanno segnato la storia del nostro paese e del suo contributo nell’esplorazione spaziale.
Particolarmente interessante è stato scoprire i progetti inerenti alla ricerca spaziale e con quanta velocità l’uomo stia espandendo la propria presenza nello spazio per fini scientifici e commerciali.
Il primo ospite del convegno, moderato dal presidente di FlyFuture Luciano Castro, è stato il Tenente Colonnello Fabio Monaci dell’Ufficio Generale per lo Spazio, dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare. Il suo intervento è stato cruciale per comprendere come lo spazio e i suoi pianeti siano una dimensione sempre più accessibile e sfruttabile per gli investitori privati.
Per ora sono tre i principali attori che con istinto pionieristico stanno puntando allo spazio per il loro business: il sudafricano Elon Musk, l’americano Jeff Bezos e il britannico Richard Branson. A loro si devono non solo i primi viaggi privati ma anche lo studio degli scenari futuribili nello sviluppo di tecnologie e servizi attraverso lo spazio.
È stata poi la volta di Serena Perilli, project manager, Human Flight and Scientific Experimentation Unit dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Proprio dalla viva voce di un membro della ASI si è parlato della Stazione Spaziale Internazionale, scoprendo il grande contributo italiano sin dalle sue origini, arrivando alla Missione Ax-3 del Colonnello Villadei e analizzando quello che sarà il futuro della sperimentazione spaziale anche dopo che la ISS verrà dismessa.
Molto interessanti anche gli interventi di Roberto Angelini, Engineer Director della Thales Alenia Space, e di Marcello Azzoni, co-founder di SpaceWear.
Angelini ci ha portati dentro i laboratori della Thales Alenia Space, una delle eccellenze italiane del settore astronavale, facendoci scoprire le sbalorditive tecnologie che implementano ogni loro componente e mostrandoci quanto il mercato aerospaziale sia in fortissima espansione e possa farsi occasione per i mestieri del futuro.
Con Azzoni abbiamo invece visto il concepimento di una tuta spaziale e come i materiali e gli studi ad essa legati possano trasformarsi in novità commerciali di successo.
La folla di giovani studenti, accorsa al FlyFuture da tutta Italia per scoprire le evoluzioni in questo settore, è uscita dal convegno con la consapevolezza di come lo spazio, soggetto un tempo difficile da definire, giochi oggi un ruolo sempre più importante nella vita delle nostre società.
(Articolo di Umberto Feola)