Dopo 4 anni di collaborazione, il progetto SHELTER finanziato dall’UE Horizon 2020 sta giungendo alla sua naturale conclusione. Al progetto, finalizzato a dimostrare metodi di gestione atti a favorire la resilienza del patrimonio culturale ai cambiamenti climatici, ha partecipato come partner l’ Alma Mater Studiorum, Università di Bologna.
SHELTER – Sustainable Historic Environments hoListic reconstruction through Technological Enhancement and community-based Resilience – è un progetto finanziato dall’UE, che mira a sviluppare un miglioramento della resilienza delle aree storiche basato sui dati e sulla comunità.
Il gruppo di lavoro di SHELTER
Il progetto SHELTER è stato implementato da TECNALIA, coordinatore, in collaborazione con un consorzio multidisciplinare e complementare di 23 partner che rappresentano 7 PMI, 1 GEIE (Gruppi Europei di Interesse Economico), 10 organizzazioni di ricerca, 4 enti pubblici e 1 decisore politico.
Gli Open Labs del progetto
E un grande ringraziamento va ai 5 Open Labs che hanno rappresentato i casi applicativi sui territori, rappresentativi delle principali sfide climatiche e ambientali in Europa e delle diverse tipologie di patrimonio, che hanno validato tutti gli sviluppi del progetto.
Questi laboratori aperti sono situati:
- nel sito Patrimonio dell’Umanità della città vecchia di Dordrecht e della sua isola (Paesi Bassi),
- nell’Area di Santa Croce a Ravenna (Italia),
- nel distretto costiero di Seferihisar (Türkiye),
- nella Baixa Limia-Serra do Xurés Parco Naturale della Galizia (Spagna)
- nel bacino transfrontaliero del fiume Sava (Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Montenegro, Serbia e Slovenia e una piccola parte dell’Albania).
Qui sotto il video finale di SHELTER.
La resilienza del patrimonio culturale ai cambiamenti climatici
Guardando indietro agli ultimi decenni, in cui gli effetti del cambiamento climatico hanno chiaramente portato conseguenze, il patrimonio culturale è stato colpito da un numero crescente di pericoli legati al clima, ponendo nuove sfide ai conservatori e ai gestori del patrimonio. Per rispondere a questa situazione, SHELTER mira a sviluppare un quadro di conoscenza guidato dai dati e basato sulla comunità che riunisce la comunità scientifica e i gestori del patrimonio.
Gli obiettivi del progetto per la resilienza del patrimonio culturale
Gli obiettivi principali sono: aumentare la resilienza, ridurre la vulnerabilità e promuovere una ricostruzione migliore e più sicura nelle aree storiche.
È possibile fornire metodologie, strumenti e strategie utili per migliorare la resilienza e garantire la sostenibilità ricostruzione. Questo grazie a una profonda comprensione:
- della pericolosità,
- della vulnerabilità dell’area storica e della sua esposizione,
- delle dinamiche locali,
- della fornitura di modelli innovativi di governance e basati sulla comunità.
A causa della complessità delle informazioni e delle diverse fonti di dati, il framework SHELTER è stato implementato in una piattaforma basata su dati multiscala e multisorgente, in grado di fornire le informazioni necessarie per la pianificazione e la governance adattiva.
Cinque sono gli open-lab che ci permettono di vedere e validare tutti i progressi e gli sviluppi del progetto. Inoltre, sono stati scelti come rappresentativi delle principali sfide climatiche e ambientali in Europa e delle diverse tipologie di patrimonio.
Quali sono stati gli aspetti principali del progetto
- Il patrimonio culturale è influenzato dai cambiamenti climatici;
- nuova sfida per i conservatori;
- l’impatto e i pericoli sono diversi nelle località in tutta Europa;
- comunità scientifica disconnessa e pratiche di resilienza sconosciute.
Cosa ha prodotto SHELTER
- Sviluppa un quadro di conoscenza basato sulla comunità;
- riunisce la comunità scientifica;
- promuove una ricostruzione migliore e più sicura nelle aree storiche;
- convalida di tutti gli sviluppi in 5 diversi progetti pilota in cui è presente un patrimonio diverso e si stanno verificando rischi diversi.
(Fonte: Progetto Shelter)
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