È stato presentato nei giorni scorsi presso l’Università del Salento il progetto ERMES – Virtual Reality to promote the well-being of vulnerable people within hospitals che combina mindfulness, museoterapia e arteterapia con la tecnologia della realtà virtuale e con sensori biometrici, con l’obiettivo di promuovere il benessere psicofisico di persone fragili negli ospedali.
Come nasce il progetto pilota
Finanziato dalla Regione Puglia, il progetto è nato dalla collaborazione tra l’Augmented and Virtual Reality Laboratory (AVR Lab) del Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento, la Clinica “Petrucciani” di Lecce e l’ASL Lecce. Alla presentazione hanno partecipato anche il Rettore Fabio Pollice e il Direttore generale della ASL Lecce Stefano Rossi.
Il progetto pilota è stato ideato dal Direttore dell’AVR Lab, professor Lucio Tommaso De Paolis e dalla psicologa e psicoterapeuta Fabiana Nuccetelli, Responsabile dell’Ambulatorio di Psicologia della salute e realtà virtuale in riabilitazione cognitiva della Casa di Cura “Petrucciani” di Lecce. La prima sperimentazione è avvenuta all’interno del reparto di Riabilitazione cardiologica della Clinica “Petrucciani”.
Realtà virtuale negli ospedali col progetto ERMES
ERMES utilizza la realtà virtuale per attenuare lo stato di stress che può insorgere nei pazienti durante il ricovero all’interno dei reparti ospedalieri. Promuove così la salvaguardia della salute mentale di soggetti fragili. In particolare, è stata sviluppata un’applicazione per il visore di realtà virtuale “Oculus Quest 2”, che comprende una serie di scenari virtuali immersivi e interattivi per svolgere diverse attività di tipo individuale e, in modo del tutto innovativo, di tipo “partecipato”.
I pazienti possono svolgere attività di meditazione guidata in spazi aperti (con scenari di lago e di montagna), visite in contesti culturali (con uno scenario ispirato al Museo “Sigismondo Castromediano” di Lecce e uno che riproduce un antico centro messapico), e attività ludico-ricreative stimolanti dal punto di vista cognitivo ed emotivo, grazie a moduli basati sul principio della gamification.
Le dichiarazioni
«Il progetto è molto versatile», spiega il professor Lucio De Paolis , «e potrebbe quindi essere utilmente impiegato in tutti i contesti nei quali si desidera intervenire sulla promozione del benessere psicofisico. Penso alle problematiche delle demenze, ai disturbi del comportamento alimentare, alla neuropsichiatria infantile, alla terapia del dolore e alle cure palliative».
(Fonte: Università del Salento)
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