Linee, punti, poligoni o nuvole di punti? Cosa porterà il futuro agli operatori GIS, quali punti dovranno essere attivati nel nuovo mondo per intercettare il futuro dei dati geografici?
Saranno solo punti, nuvole di punti o ancora linee e poligoni a permettere di percorrere il cammino verso il gemello digitale del mondo in cui viviamo, oppure avremo due mondi paralleli, e magari parallelamente imperfetti?
Il futuro del GIS: qualità dei dati
Sicuramente la qualità dei dati, bidimensionali o tridimensionali (che siano) sarà uno dei punti centrali di questo futuro che verte essenzialmente su due elementi fondamentali:
- La precisione – la precisione dei dati si riferisce a quanto è esatta la loro descrizione. I dati precisi possono essere imprecisi, perché possono essere descritti esattamente, ma raccolti in modo impreciso, forse perché un rilevatore ha commesso un errore di rilevazione, di distrazione, di digitalizzazione delle etichette, per esempio.
- L’accuratezza – tale dato può essere definito come il grado o la vicinanza con cui le informazioni su una mappa corrispondono ai valori nel mondo reale. Pertanto, quando ci riferiamo all’accuratezza, stiamo parlando della qualità dei dati e del numero di errori contenuti in un determinato set di dati (quantitativi o qualitativi, a volte l’utilizzo stesso di strumenti non correttamente calibrati).
Accuratezza e precisione
Quindi se analizziamo i dati GIS, l’accuratezza (cruciale come nessun altro elemento, nel nostro mercato) può essere riferita ad una posizione geografica, ma può anche essere riferita ad un attributo, o a una accuratezza concettuale.
Quanto allora può essere importante avere dati precisi e accurati, al fine di poter costruire realtà parallele 3D o simulazioni del reale, ma che non ripropongano vecchi errori di rilevazione moltiplicandoli in modo esponenziale?
Insomma quanto è oggettiva la rappresentazione delle mappe dei nostri territori e quanto il suo “Metaverso” sarà prossimo a una realtà oggettiva?
Probabilmente l’attuale cartografia 2D giocherà ancora un ruolo importante per tutti gli sviluppi sul futuro del GIS. Ma quanto questa cartografia oggi è vicina al reale o frutto di approssimazione?
E dovendo scegliere una base su cui lavorare, quale basemap sarà quella più adeguata per la consultazione di un modello 3D di un’area precisa soffermandoci per esempio sul solo territorio italiano?
Se appoggiamo oggi su di una basemap come Google Hybrid un modello 3D collaudato e
puntiforme, come i migliori LiDAR del momento possono produrre, ci renderemmo probabilmente conto di quanto la rappresentazione delle basemap di oggi sia diversa dalla realtà oggettiva.
Quale sarà allora il modello effettivo sul quale basarsi? Ne dovremo costruire uno nuovo o riscrivere una base comune?
Probabilmente sarà cura di chi acquisisce e tratta i dati disporre di sviluppatori capaci e in grado di posizionare i loro rilievi nel giusto spazio geografico. E magari anche propensi a rivedere le proprie tecnologie di pubblicazione dei dati, o addirittura a mettere in discussione le basemap stesse che esistono oggi sul mercato denunciandone l’approssimazione? O magari ancora nel frattempo le Big Tech sostituiranno le basi esistenti con il gemello digitale del pianeta.
Dal 2D al 3D
Partire quindi da un modello bidimensionale oggettivo, accurato e vettoriale, permetterà di coniugare in qualsiasi mappa tutto ciò che i modelli 3D futuri, rilevati o costruiti, potranno essere in grado di raccontarci. Ecco perché in un mondo ideale ci piacerebbe aprire un osservatorio possibile dove ognuno di noi possa segnalare un errore rilevato: istituzione o privato che sia, potrebbe essere un punto fermo, una informazione preziosa per ogni mappa da accogliere e da implementare per tutti gli sviluppi futuri.
Ci proviamo?
Fonte immagini Swisstopo e archivio StudioSit SA
(Fonte: StudioSit SA)