Torna a Urbino la celebre Pala Montefeltro di Piero della Francesca, replica che fa parte di una serie di copie digitali di opere d’arte realizzate con tecnologia gigapixel di Haltadefinizione.
Pala Montefeltro, o Pala di Brera, è un’opera a tempera e olio su tavola di Piero della Francesca (misura 251 x 173 cm), databile al 1472 circa e conservata nella Pinacoteca di Brera a Milano. Venne prelevata dall’altare maggiore della chiesa di San Bernardino a Urbino e trasferita a Milano nel 1811 in seguito alle requisizioni napoleoniche.
Un’immagine in gigapixel è una riproduzione digitale a grandissima risoluzione, ottenuta tramite l’unione di più immagini di dettagli di uno stesso soggetto. È composta da miliardi di pixel, molti più di quelli che si possono acquisire con una normale macchina fotografica professionale. Il risultato di questo processo è qualcosa di unico e spettacolare: una definizione straordinaria in grado di mostrarci anche il più piccolo dettaglio.
Il 2022 è l’anno che celebra i 600 anni dalla nascita del Duca Federico da Montefeltro. Nel ricco programma di iniziative si segnala una grande novità: il collocamento della replica della Pala Montefeltro di Piero della Francesca nella Chiesa di San Bernardino dove riposano le spoglie di Federico e del figlio Guidobaldo.
Come accennato sopra, nel 1811 la Madonna col Bambino e santi, angeli e Federico da Montefeltro (Pala di San Bernardino o Pala Montefeltro) venne requisita dalle truppe francesi inviate da Napoleone. Al tempo Piero della Francesca non godeva di grande ammirazione perché non rispecchiava il gusto artistico dell’imperatore. Il capolavoro, invece di partire per la Francia fu inviato alla Pinacoteca di Brera, ed entrò così a far parte della collezione milanese.
Il collocamento della replica della Pala Montefeltro nel mausoleo si inserisce pienamente nelle iniziative per la valorizzazione dei territori del Duca di Urbino, qui ritratto in una delle rappresentazioni più iconiche.
La riproduzione del capolavoro restituisce con fedeltà sia i colori che la superficie dell’opera, rendendo ben visibili la forma e le pennellate.
“La tecnologia permette di replicare fedelmente un’opera d’arte e restituirla al luogo d’origine, sperimentando nuovi approcci per la valorizzazione e per la divulgazione dell’arte. Il ricollocamento della monumentale pala di Piero della Francesca, artista profondamente legato alla corte di Urbino e al duca di Montefeltro, ci fa comprendere appieno come la replica sia uno strumento che consente di riempire un vuoto, restituendo al territorio e alla comunità un’opera custodita altrove” afferma Luca Ponzio, amministratore delegato di Haltadefinizione.
La digitalizzazione in gigapixel permette di ottenere esemplari di copie digitali d’opere d’arte ad elevata risoluzione dei dipinti: il frutto dell’applicazione di questa tecnologia sono immagini dettagliatissime formate da miliardi di pixel che consentono di indagare – e ricreare – l’opera nei più piccoli dettagli.
Grazie alle più moderne tecniche fotografiche è possibile replicare un dipinto e collocarne la copia la dov’era stato commissionato, pensato o anche solo immaginato. Una straordinaria opportunità che solo una replica può offrire, per dare vita a progetti di valorizzazione unici che non sarebbero ideabili altrimenti.
(Fonte: Haltadefinizione)
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