GEOsmart Magazine intervista Emanuele Dal Monte, CEO di “Monitor The Planet” sul tema innovazione per l’informazione geografica e territoriale.
Intervista a cura di Domenico Santarsiero.
Innovazione per l’informazione geografica: l’intervista
Monitor The Planet è il “claim” più interessante che mi è capitato di leggere, almeno nell’ultimo decennio, relativamente ad un gruppo di professionisti che si occupa a tempo pieno di geomatica operativa. Eppure, di persone che si occupano di geomatica ne ho conosciute veramente tante nell’arco della mia vita professionale che ormai ha superato la soglia dei 40 anni.
Come, quando e perché è un tutto dire, visto che anche questo incontro è stato tra i migliori, e come le migliori cose capitano per caso. L’ambiente è quello del web, ed ero alla ricerca di cose un pò strane come la robotica applicata, per l’appunto alla geomatica. Su questi temi stiamo lavorando negli ultimi tempi, e proprio mentre cercavo novità nel settore è avvenuto l’incontro con Monitor The Planet. Come è mia abitudine, ho mandato una mail per fare fatto i miei complimenti per le attività di cui ho letto sul web. Passato un po’ di tempo, siamo riusciti a sentirci con uno dei fondatori del gruppo.
La mia sorpresa è stata enorme, non già per il loro sistema MecGeos, una bellissima idea all’altezza di altre soluzioni pratiche nel campo della geomatica operativa e soprattutto nel segmento del Digital Data Capture, bensì nell’infinito corollario alle idee, alla progettualità, e all’innovazione che l’intero gruppo esprime, pur rimanendo nei binari della produttività, necessaria a raggiungere il budget necessario agli investimenti in innovazione, idee, ed altri costi per chi non è abituato a stare alla finestra, mentre fuori l’innovazione corre veloce verso la prossima meta. Questo è quanto mi ha ispirato il primo incontro con Monitor The Planet , e che sarebbe interessante trasmettere ai lettori dell’intervista che segue, in cui Monitor The Planet ci racconterà l’invincibile voglia di fare innovazione, pur nella difficoltà di dividersi tra lavoro e tecnologie, senza perdere di vista la professione, le opportunità, e il fattore umano, alla base di tutti i cambiamenti forti in questa società del terzo millennio.
Di tutto questo abbiamo parlato nell’incontro con Emanuele Dal Monte CEO e founder di Monitor The Planet s.r.l.
GEOsmart Magazine – GSM – Presentiamoci. Un male necessario a far capire ai nostri lettori chi, come e perché del gruppo MTP.
Monitor The Planet – MTP – Il nostro Team è nato, si forma e cresce giorno dopo giorno, perciò sono consapevole di avere la fortuna di aver incontrato persone corrette che condividono ideali, passioni e sacrifici.
I miei soci dicono che tenere il gruppo coeso sia una mia virtù, io sono convinto che non basta questo.
Credo molto nell’amicizia e nel rispetto della persona. Il preciso obiettivo di creare qualcosa di utile e unico, in sostanza è la motivazione che ci unisce
GSM – Professione e Innovazione. Immagino che arrivare all’idea di progettare e realizzare un sistema come il MacGeos – Mechatronic Geodetic System è il prototipo di robot capace di muoversi, seguire il tecnico e automatizzare il processo di rilevamento, grazie all’utilizzo di sensori estremamente precisi – non sia stata proprio una passeggiata. Ma dietro le motivazioni non sappiamo cosa ci sia, sicuramente non le motivazioni classiche che muovono i nostri professionisti, ma sicuramente qualcosa di speciale. Un’occasione, la voglia di affrontare temi complessi come realizzare operazioni topografiche in condizioni estreme, spesso pericolose. In breve, provate a raccontarci questa vostra genesi.
MTP – Una motivazione come dover svolgere un preciso compito per ottenere un determinato risultato non c’è alla base di questa invenzione. Il MecGeos nasce da necessità che mi accompagnano dall’inizio del mio percorso lavorativo e professionale.
Il mio percorso è iniziato in adolescenza, con formazione meccanica di base e apprendimento dei processi edili nella impresa di famiglia, l’aspetto professionale è stato approfondito in seguito a studi fuoricorso, apprendistati e corsi serali.
In poche parole, sono un professionista, che comincia come manovale poi direttore tecnico dei processi di costruzione.
La caratteristica alla base del MecGeos è ridurre i compiti faticosi e ripetitivi per tecnici del settore con inevitabile aumento dell’attenzione sul controllo ed analisi dei dati.
Della mia professione, si potrà intuire che prediligo la parte relativa alle misurazioni, la parte più tecnologica. Difatti all’inizio decisi di investire su strumentazione robotizzata principalmente per questo motivo.
Con il nuovo strumento in mano capii che la mia strada era questa. In seguito, le mie esperienze sono passato da situazioni anche complesse fisicamente, lavorando di notte, nell’acqua, in galleria, al tempo stesso realizzavo che se solo avessi avuto un supporto, il risultato avrebbe potuto migliorare.
Ho sempre trovato conforto nel montare, smontare e creare pezzi meccanici nel mio garage. Pian piano mi accorsi di quanto più efficace potrebbe essere un rilievo topografico, per non parlare dei monitoraggi. Pensai alla possibilità di cambiare alcune metodologie… così oggi siamo in gioco con Monitor The Planet. Mica facile spiegarlo! Ad oggi rincorriamo la sfida: farlo capire, provarlo, dimostrarlo.
GSM – Giovani, con tante idee, e la concretezza del fare. Uno scenario in cui non è facile scegliere tra professione e innovazione, anche perché il cliente classico del professionista ha come obiettivo il risultato operativo. Una domanda, quindi, viene spontanea: dove va la vostra ricerca, e come pensate di dare seguito a questo mix di idee e di operatività necessaria a risolvere le problematiche dei vostri clienti?
MTP – Pensiamo di persistere nella ricerca circondandoci di persone che comprendono l’importanza dei nostri progetti. il nostro obiettivo è di trattare innovazioni globali, di rottura, qualcosa che cambia il metodo di lavoro attuale e genera valore creando un effetto multi-mercato.
GSM – Monitor The Planet è un gruppo con diverse competenze e diverse sedi dislocate in Italia. Ci potete raccontare brevemente come funziona il vostro network?
MTP – Monitor the Planet non vuole essere legato ad un territorio se non per quel minimo indispensabile che occorre. La sede centrale è a Faenza, poi altre due sedi una a nord ovest e l’altra a nord est del territorio italiano, ma è sulle persone che vogliamo puntare, dove esse vivono è secondario.
GSM – Il progetto MecGeos è il motivo per cui questa intervista è nata. Curiosità e non solo, penso che la vostra soluzione dia una risposta concreta ai professionisti che operano in ambienti ostili con i sistemi di Data Capture come laser scanner ed altri sistemi. Ci potete raccontare in breve come è nata l’idea, come pensate di sviluppare il progetto di busineess, e come evolverà questa linea di ricerca verso soluzioni operative?
MTP – L’idea nasce da una pratica sul campo, non da una teoria e vuole mantenere apertura verso le case produttrici di strumenti con un concetto di multibrand e multidevice. Questi sono i nostri punti di forza.
Dal punto di vista economico ad oggi abbiamo investito molto noi soci in prima persona, poi abbiamo vinto bandi che ci hanno offerto opportunità formative di altissimo livello all’estero prima a Londra e quest’anno sarà in Israele. Abbiamo ottenuto importanti feedback su cui lavorare nella prossima versione del MecGeos che uscirà a fine anno, un upgrade della versione attuale sarà pronto a settembre. L’idea è sicuramente quella di continuare a cavalcare il mercato estero che si sta rivelando interessato e interessante. Tutto ciò mantenendo comunque la certezza che anche l’Italia possa riconoscere le opportunità e il valore che genera l’utilizzo di MecGeos.
Continueremo con test e dimostrazioni, magari con il supporto di qualche stakeholder.
GSM – Le sorprese con MTP non finiscono mai, e scoprire la proposta “Relevia” è stata una sorpresa. In sostanza un’opportunità per tanti professionisti che possono condividere la loro esperienza, le proprie necessità e perchè no, essere mutuamente complementari. Almeno questo è quello che ci fa venire in mente l’idea di una proposta culturale come Relevia. Ma ovviamente siete voi gli artefici della proposta, e quindi raccontateci brevemente il perchè e il per come di questa altra bella proposta.
MTP – Si, l’Associazione no profit Relevia si propone di valorizzare le competenze degli associati aumentando il bagaglio di esperienze professionali richieste dal committente all’associato.
Relevia vuole cooperare per accrescere opportunità di business dell’associato come, ad esempio, aggiudicazione di appalti ma anche collaborare in modo trasparente per spostare l’asticella della qualità del rilievo territoriale più in alto.
Dal punto di vista sociale Relevia sostiene iniziative finalizzate a sensibilizzare il nostro paese al problema della scarsa manutenzione e invecchiamento di ponti, viadotti, strade, infrastrutture.
Il network sul territorio italiano cresce grazie a questa associazione.
La vision dell’associazione sono la trasparenza e l’innovazione, il nostro approccio al lavoro e quello che abbiamo imparato da esperienze vissute all’estero.
Relevia è lo strumento giusto per diffondere ciò che l’innovazione e l’esperienza ci insegna.
GSM – GEOsmart Magazine vive in un contesto multidimensionale come la smart geography, il mondo della geografia digitale (GIS), e di ciò che diverse parti viene chiamata “la scienza del dove”. I professionisti della geomatica operativa non sempre sono entrati a pieno titolo in questa proposta innovativa che il GIS porta avanti da oltre 40 anni. Potete darci una vostra opinione su come è percepito il GIS oggi tra i professionisti?
MTP – Nel nostro team sono presenti persone che dall’inizio degli anni 2000 hanno seguito l’evoluzione del GIS, con l’obbiettivo di integrarlo nel flusso di lavoro e nell’offerta di servizi, convinti che, chi si occupa di acquisizione dei dati, sia il primo operatore coinvolto nella costruzione dell’informazione territoriale. Però nella nostra realtà nazionale ci siamo resi conto che non è così. Le attività inerenti alla topografia e GIS sono quasi totalmente disgiunte, molto spesso le richieste di creazione dei GIS riguardano la parte IT dei GIS. In sintesi, manca una visione integrata che porti il richiedente a formulare un progetto integrato di acquisizione dei dati territoriali e strutturazione dell’informazione per creare un GIS; questo castra l’effetto volano che potrebbe avere sulla diffusione della cultura ed uso dei Sistemi Informativi Geografici.
L’attenzione solo ad una parte del Sistema Informativo Geografico comporta l’esclusione del tessuto degli Studi tecnici diffusi sul territorio, a vantaggio di Società più orientate ai servizi IT. In questo modo i primi intervengono solo come eventuali rilevatori ad hoc e non integrati in un progetto. Per questo motivo allo stato dell’arte molti colleghi percepiscono il GIS come creazione di SHP file. Un’altra anomalia che abbiamo riscontrato che anche quando si incontrano realtà strutturate, il settore che si occupa di GIS è scollegato dalle attività di acquisizione dati.
In sintesi manca una visione d’insieme sul fatto che per “fare GIS” è necessario un gruppo multidisciplinare che leghi la posizione del fenomeno alle sue caratteristiche, spesso si demanda questo a figure legate di più all’aspetto IT che a professionisti che si occupano di acquisizione dei dati sul campo.
GSM – Emanuele grazie della disponibilità e buon lavoro.
Alcuni utili riferimenti per chi volesse approfondire il tema:
monitortheplanet.com – info@monitortheplanet.com
Emanuele Dal Monte su Linkedin
Pagina dedicata alla soluzione MecGeos
Sito dell’Associazione Relevia.
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