La rivoluzione dei satelliti per contrastare il cambiamento climatico. Esperti d’accordo sul ruolo del monitoraggio ambientale dallo spazio. Presto sarà possibile attribuire a imprese e paesi le proprie responsabilità emissive. E verificare i risultati degli interventi correttivi
I massimi esperti di satelliti e telerilevamento hanno partecipato il 25 Giugno scorso alla web conference “La ricerca spaziale ai fini del monitoraggio ambientale”, organizzata da Environmental Defense Fund in collaborazione con Amici della Terra, nell’ambito del programma All4Climate – Italy 2021, con l’obiettivo di promuovere un dialogo sull’uso della tecnologia spaziale per contribuire a ridurre l’inquinamento responsabile dei cambiamenti climatici.
All’incontro, selezionato tra gli eventi riconosciuti dal Ministero della Transizione Ecologica in
collaborazione con il programma di comunicazione sui cambiamenti climatici Connect4Climate della Banca Mondiale, i relatori del settore Aerospace hanno affrontato il tema delle emissioni climalteranti, e in particolare quelle di metano, un potente gas serra con oltre 80 volte il potere di riscaldamento della CO2 nei primi 20 anni e responsabile di più del 25% del riscaldamento che stiamo vivendo attualmente. Ai fini della transizione energetica, infatti, una rapida riduzione delle emissioni di metano ha un ruolo fondamentale. Tutti i relatori hanno convenuto che l’utilizzo e lo sviluppo di tecnologie satellitari saranno un passaggio chiave per decisioni strategiche da parte di governi e industrie per il settore oil&gas.
Ilaria Restifo, Rappresentante per l’Italia di EDF ha introdotto l’evento, sottolineando l’importanza e l’attualità della tematica in vista dell’introduzione a livello UE di tecniche vincolanti di MRV (Monitoraggio, rendicontazione, verifica). ”I nuovi strumenti analitici permetteranno di attribuire le grandi perdite di metano alle loro fonti, e creare soluzioni su misura per regolatori e legislatori, ma anche fornire ai produttori l’opportunità di attuare misure di mitigazione.”
“Determinanti sono i dati rilevati dal monitoraggio” – ha affermato Monica Tommasi di Amici della Terra – “Questi dati sulle emissioni di metano nei paesi di estrazione del gas naturale che importiamo possono farci fare un salto di qualità e potranno anche contribuire a rendere applicabile un meccanismo di fiscalità ambientale che penalizzi il gas naturale importato con una carbon footprint superiore ad un performance
standard minimo”.
“La strategia dell’UE sul metano pone le basi per proposte legislative che potrebbero portare a significative riduzioni delle emissioni” ha dichiarato Dagmar Droogsma, European Strategy & Engagement di Environmental Defense Fund Europe. “Come maggiore importatore mondiale di gas naturale, con l’85% proveniente da paesi terzi, l’UE può esercitare una certa influenza sui suoi fornitori. Tutto il gas prodotto in UE e che entra dall’esterno delle sue frontiere dovrebbe aderire a rigorosi standard emissivi”.
L’incontro ha visto massimi esperti sull’uso dei satelliti per il monitoraggio ambientale succedersi, condividendo la propria esperienza e la propria visione sui prossimi step e sugli obiettivi da perseguire.
Salvatore Pignataro, Space Attachè Italian Delegation in Brussells, ha sottolineato come ”I dati e i servizi resi disponibili dalle infrastrutture spaziali offrono oggi grandi opportunità per l’attuazione e l’applicazione delle politiche pubbliche a qualsiasi livello: globale, europeo, nazionale e territoriale. Nel breve periodo, lo spazio aiuterà la ripresa delle economie europee dalla pandemia. Nel medio termine, darà un contributo importante al sostegno alla transizione verde e digitale e un impulso all’Europa nella corsa all’innovazione, alla modernizzazione e alla concorrenza”.
Simonetta Cheli, Head of Strategy Programme & Coordination Office – ESA, ha spiegato che “tutti i 16 satelliti ESA attualmente operativi e gli altri in fase di sviluppo contribuiscono all’implementazione di tutte le politiche per la salvaguardia del pianeta. Satelliti come Copernicus Sentinel-5P o Envisat forniscono informazioni rilevanti su una moltitudine di gas che hanno un forte impatto sulla salute dell’uomo e allo stesso tempo registrano altri fenomeni causa e conseguenza del cambiamento climatico.”
Mauro Facchini, Head of Earth Observation Unit – DG Defence Industry and Space European Commission, ha sottolineato l’importante ruolo della componente Copernicus dell’UE per l’osservazione della Terra “che svolgerà un ruolo importante nei prossimi anni rispondendo alle esigenze emergenti dei settori dell’ambiente e del clima. I prodotti di Copernicus, in particolare i servizi, forniscono lunghe serie di dati che coprono diversi decenni, che ci permettono di rilevare i cambiamenti e le tendenze nel nostro ambiente, e di modellare il possibile futuro sotto diversi scenari. Tra le priorità di Copernicus c’è quella di accelerare la transizione digitale ed ecologica in linea con il Green Deal dell’UE.”
Christian Lelong – Director Natural Resources di Kayrros, riprendendo il discorso del programma Copernicus, ha evidenziato come “La fusione dei dati di Copernicus con algoritmi proprietari fornisce all’industria energetica gli strumenti per ridurre significativamente le emissioni globali di metano. Eliminare gli hotspot di metano nei settori del petrolio, del gas e del carbone equivarrebbe a togliere 75 milioni di auto
dalla strada, e i primi ad adottare il monitoraggio satellitare saranno in grado di decarbonizzare in modo trasparente e verificabile”.
Steven Hamburg, MethaneSAT Project Co-lead e Chief Scientist Environmental Defense Fund, ha sottolineato che MethaneSAT ”è stato progettato e costruito con lo scopo specifico di permettere e motivare un’azione rapida per ridurre le emissioni. Produrrà dati che quantificano accuratamente le emissioni di metano dalla produzione di petrolio e gas in tutto il mondo. Questi dati non saranno solo uno strumento per ‘industria e i governi per ridurre le emissioni, ma saranno disponibili a costo zero per tutti in
modo che le parti interessate e i cittadini possano vedere i progressi sia delle aziende che dei paesi”.
L’evento ha inoltre dato visibilità all’esperienza italiana, alla luce della lunga storia della ricerca spaziale nel nostro Paese, presentando diversi progetti nazionali e il loro contributo per una rilevazione maggiormente ampia delle emissioni di metano e per una raccolta sempre più accurata e completa dei dati.
Andrea Taramelli, Coordinator of the National Copernicus User Forum ha ricordato che ”l’immensa mole di dati che avremo dallo spazio – i cosiddetti big data spaziali – e la capacità di estrarne informazioni utili attraverso capacità di calcolo notevolmente accresciute, rendono possibile costruire modelli del pianeta che, sfruttando le capacità di monitoraggio continuo dallo spazio, renderanno possibile la comprensione dei fenomeni e più efficaci le azioni di mitigazione in campo ambientale”.
Il discorso di Francesco Longo, Head of Earth Observation Division, Agenzia Spaziale Italiana si è focalizzato sul sistema di osservazione PRISMA, descrivendone le innovative caratteristiche e le peculiarità che permettono di recuperare accuratamente i dati sulle emissioni industriali di metano delle centrali elettriche. “Tenere traccia delle emissioni di metano da tutte le centrali elettriche globali – ha dichiarato – è impegnativo: il telerilevamento con strumenti iperspettrali come PRISMA offre quindi una nuova capacità di fornire informazioni, identificando metano o altri gas serra, anche per fonti localizzate e di quantificare le emissioni. Oltre a PRISMA, la missione PRISMA Follow-On garantirà, a partire dal 2025, il miglioramento delle prestazioni, permettendo un maggiore monitoraggio dei gas serra, del ciclo del carbonio e delle biomasse.”
Infine, Giovanni Sylos Labini, CEO Planetek Italia ha ritenuto importante sottolineare l’importanza dei dati e delle tecnologie spaziali: “la minaccia dei Cambiamenti Climatici, mette a rischio milioni di vite ed intere catene del valore nei settori industriali ed economici più disparata. Politici, economisti, imprese hanno imparato ad usa dati per prendere decisioni in un’epoca così turbolenta. L’uso integrato di differenti sensori spaziali assieme ad osservazioni in sito, consentiranno anche a industrie con un elevato impatto ambientale,
come ad esempio l’Oil & Gas, di monitorare il loro impatto climatico e le azioni di mitigazione. L’integrazione operativa di queste tecnologie è assicurata dal paradigma dei Big Data e da uso esteso di strumenti di AI”.
(Fonte: Amici della Terra )
Leggi anche:
- Come scaricare le immagini satellitari Copernicus
- I satelliti Copernicus mostrano il buco nell’ozono più grande degli ultimi anni
- “Planet care from space” convegno AIT su protezione ambientale e cambiamenti climatici
- Inondazioni costiere: nuovo tool per Copernicus EMS con lo European Coastal Flood Awareness System
- Una nuova Common Agricultural Policy basata su Copernicus e sui tools EO4GEO
- Cambiamenti climatici nell’Artico, online il dataset di Copernicus Climate Change Service
- Open data Copernicus, online il Report European Data Portal 2020