LINKS “Strengthening links between technologies and society for European disaster
resilience” è un progetto europeo finanziato dal programma di ricerca e innovazione
Horizon 2020 per la gestione delle emergenze.
LINKS: progetto per gestione emergenze e disastri
Il suo obiettivo principale è quello di rafforzare il legame tra nuove tecnologie e società, studiando l’uso e l’impatto di piattaforme di social media e crowdsourcing (SMCS) nella gestione dei disastri, a scopo preventivo e di soccorso.
Obiettivo ugualmente importante del progetto è quello di creare una forte
collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione dei
disastri (non soltanto, quindi, i cosiddetti “first responder”, vale a dire coloro che
prestano un primo soccorso a seguito di un disastro, ma anche policy maker,
ricercatori e comuni cittadini).
I lavori del progetto sono iniziati nell’estate del 2020 e continuano con successo
nonostante le sfide poste dalla pandemia COVID-19. Quest’ultima, infatti, non ha
bloccato i lavori del progetto, dal momento che è stato predisposto un ambiente
online in grado di far interagire i partner che lavorano al progetto stesso. Numerose
attività sono già iniziate e numerosi deliverable di progetto sono già stati prodotti ed
inviati alla Commissione Europea.
Come opera LINKS
Il progetto, che vede lavorare insieme ben 17 Istituzioni, nei settori della gestione e
della governance delle emergenze sia a livello locale che nazionale, gruppi di
cittadini, autorità pubbliche e organizzazioni della società civile, comunità
imprenditoriali e industria, nonché istituti di ricerca, analizza tre campi specifici:
- percezione del rischio di disastri e vulnerabilità (DRVP – Disaster Risk
Vulnerability and Perception); - gestione dei processi di disastro (DMP – Disaster Management Processes);
- sviluppo delle tecnologie digitali impiegate in situazioni di disastro (DCT – Disaster Community Technology).
L’analisi di questi tre ambiti di riferimento rappresenta la base per lo sviluppo di un
framework il cui obiettivo è quello di identificare una serie di metodi e strumenti,
alla cui base ci sono le piattaforme di SMCS, per fronteggiare eventuali scenari
di disastro. Tale framework sarà poi sperimentato in 5 ipotetici scenari di catastrofe,
vale a dire: terremoti (che saranno studiati in Italia), inondazioni (in Danimarca),
rischi di tipo industriale (in Olanda), siccità e attacchi terroristici (in Germania), e gli
tsunami (in Giappone, unico Paese extra UE coinvolto nel progetto).
A tale fine il progetto si sta dedicando alla creazione di una community (the LINKS
Community) che possa coinvolgere protagonisti chiave che dovranno lavorare con
tutti i soggetti impegnati nei vari processi, per comprendere, esplorare e produrre
nuove conoscenze finalizzate ad impiegare al meglio le piattaforme di SMCS nella
gestione dei disastri.
Una community per gestire le emergenze
Tra tali soggetti, i principali sono i professionisti del settore, che rappresentano i principali end-user del progetto e, in quanto tali, avranno il compito di sostenere e rafforzare l’approccio “bottom-up” abilitato dall’utilizzo delle piattaforme di SMCS anche da parte di soggetti che tradizionalmente non svolgono un ruolo attivo nella gestione dei disastri.
A questi si aggiunge la comunità scientifica, dal momento che i ricercatori sono cruciali per fornire il feedback sulla validità dei processi di ricerca, nonché per condurre analisi sui processi di gestione emergenze di rischi e disastri (DMP), sulla percezione del rischio e delle vulnerabilità (DRPV) e sulle tecnologie di comunità in situazioni di disastro (DCT). Nella community hanno poi un ruolo centrale anche politici e governanti, coloro che rappresenteranno le autorità legislative e di governo, essendo i responsabili delle decisioni sull’utilizzo delle piattaforme di SMCS. Sono altrettanto rilevanti realtà industriali e in generale il settore privato, soprattutto dal momento che potrebbero fornire un valido supporto nell’adattare i processi produttivi e di distribuzione delle merci o servizi attraverso
SMCS.
Infine i cittadini, suddivisi in due sottocategorie, quali: la società civile,
comprendente le strutture di istruzione, gruppi di volontariato e reti di movimenti
sociali, i quali indipendentemente dai governi e dalle autorità, potranno offrire una
diversa chiave di lettura sugli stessi fenomeni. La seconda categoria comprende i
gruppi vulnerabili, come emarginati, comunità LGBT, immigrati, che in quanto tali
hanno un alto livello di esposizione ai pericoli.
Il forum di LINKS
Tutto ciò è finalizzato a dare luogo ad un forum, all’interno del quale questi diversi
attori potranno condividere la propria conoscenza, esperienza, attività e misure per
la sicurezza, la cui partecipazione sarà possibile sia online (attraverso una
piattaforma interattiva, che funzioni allo stesso tempo come strumento di
connessione e di apprendimento comune) che di persona (attraverso workshop
interattivi che coinvolgono le diverse tipologie di stakeholder nominate).
Allo scopo di ottenere migliori risultati e la massima diffusione, LINKS collabora
anche con diverse istituzioni europee deputate a raggiungere un alto livello di
resilienza nelle società e con i partner di altri progetti europei, inseriti anch’essi in
Horizon 2020, in particolare nella call “Security Disaster Resilient Society 01: Human
factors and social, societal, and organizational aspects for disaster resilient
societies”.
Gli sviluppi
Nei prossimi mesi avranno luogo diversi appuntamenti a partire dal marzo 2021,
quando saranno presentati i risultati di un lavoro portato avanti dagli studenti della
Link Campus University; successivamente nel mese di aprile LINKS sarà presentato
nel corso durante l’EGU General Assembly 2021 partecipando ad una sessione
dedicata al ruolo di SMCS nei processi di gestione emergenze e del rischio in caso di disastri.
Articolo di Riccardo Romanazzo, Link Campus University