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Scaricabile gratuitamente il Libro Bianco “La sanità che vorremmo dopo l’emergenza del Coronavirus”

Vi presentiamo di seguito un estratto dal Libro Bianco “La sanità che vorremmo dopo l’emergenza del Coronavirus. Con la pandemia come realtà da cui ripartire per la costruzione di un nuovo e aggiornato sistema sociosanitario”. Il libro realizzato dall’Associazione Scientifica Sanità Digitale è liberamente scaricabile dal sito del’associazione, al termine dell’articolo il link.

Giovedì 15 ottobre dalle ore 16 alle 19 sarà possibile seguire la seconda sessione di presentazione del Libro Bianco con la partecipazione degli autori.
Per collegarsi in diretta accedere a questo link ed inserire nome, mail e la seguente password hpJ7QCJmp66.

Gli incontri con gli autori si svolgeranno in digitale e saranno trasmessi in diretta live sui canali FacebookYoutube e Linkedin, del Geosmartcampus.

Da la Repubblica del 31 Gennaio 2020: Roma “Sono arrivati il 23 da Pechino su Malpensa: una comitiva di ventuno turisti. In programma un tour per l’Italia tutto in pullman. Mercoledì però una coppia, marito e moglie, 67 anni lui, 66 lei della provincia di Wuhan, si sono sentiti male mentre erano in albergo a Roma. Alle cinque del pomeriggio lui aveva la febbre tanto alta che la moglie ha chiamato la reception chiedendo un medico. Ma dal desk si sono allertati e hanno avvertito il 112. In pochi minuti un’ambulanza li ha portati allo Spallanzani.” Il 31 gennaio 2020 il Governo Conte dichiara lo stato di emergenza per l’epidemia da Coronavirus in Italia.

Un mondo improvvisamente sospeso, migliaia di persone confinate tra le proprie mura domestiche in una sorta di tana protettiva, contenitiva e un mondo fuori in preda all’urgenza che si muoveva senza tempo e come fuori dal tempo. Un personale sanitario costantemente in prima linea, a rischio di perdersi nel fronteggiare un’emergenza, aggravata dalla mancanza di persone, strumenti, protezioni. Dove si intrecciava la complessa gestione ad personam di aspetti psicofisici propri e dei pazienti, in una specularità identificativa che nessuna formazione, neanche la più accurata e specialistica, poteva garantire per la peculiarità di un evento così improvviso ed esteso.

In piena emergenza, ci si accorge che mancano posti letto, personale sanitario, apparecchiature e dispositivi medici. Chi negli ultimi decenni ha concorso nei processi decisionali in e sulla sanità ha travisato il concetto di aziendalizzazione, non coltivandone la sua accezione positiva, l’appropriatezza, ed esasperandone quella negativa, il profitto.

Eppure la pandemia, nella sua tragicità, ha favorito anche cambiamenti positivi nella Sanità. All’improvviso sono state superate resistente culturali, modalità lavorative consolidate (“abbiamo sempre fatto cosi”), lunghezze burocratiche e vincoli eccessivi del Codice degli Appalti. Si è finalmente compreso in pieno il valore della Sanità Digitale, intesa come l’applicazione all’area medica e a quella della assistenza socio/sanitaria dell’Information and Communication Tecnology ICT.

Si moltiplicano gli appelli a prestare particolare attenzione sia alla riorganizzazione della sanità territoriale che alla massima utilizzazione della moderna sanità digitale e della sua componente essenziale, la Telemedicina, risolvendo una volta per tutte il problema della rimborsabilità delle prestazioni erogate utilizzando la Telemedicina, che sembra un ostacolo insuperabile, eppure per quanto riguarda la Televisita basterebbe stabilire quali sono le tipologie di visite che possono essere effettuate in regime di Telemedicina ed equipararle ai fini della rimborsabilità alle prestazioni erogate in modalità convenzionale. Sia in parlamento che in varie regioni ci sono proposte e delibere proprio in tal senso.

Ma non mi stancherò mai di ripetere che sanità digitale non vuol dire solo telemedicina, con la necessità di sviluppare un programma che rapidamente promuova la cultura della sanità elettronica, con programmi di formazione specifici da attuarsi sia nell’ambito del corso di studi universitari e master universitari sia all’interno della Educazione Continua in Medicina (ECM), il processo attraverso il quale il professionista della salute si mantiene aggiornato per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale.

E proprio per sostenere questo necessario e fondamentale piano formativo, è nato il progetto della Associazione Scientifica Sanità Digitale ASSD di sviluppare un polo pubblico privato per lo sviluppo di progetti formativi nel contesto della Sanità Digitale.

E lancio un appello ai decisori, che devono essere consapevoli di come l’innovazione abilitata dall’introduzione di nuove terapie e tecnologie possa dare un enorme contributo a rispondere a queste sfide, ma ciò richiede di ripensare l’organizzazione, la governance e le competenze del sistema stesso, rivedendo in particolare la relazione tra cittadino/paziente e operatori e strutture socio-sanitarie in tutto il percorso di prevenzione e cura. Certo, nel libro riportiamo le tante innovazioni, già pronte all’uso, ma occorre un approccio allo sviluppo del tutto diverso, con un sistema orientato ai bisogni del cliente/paziente, e del personale sanitario: l’innovazione che non c’è (sia prima che dopo il Coronavirus), ma che potrebbe rivoluzionare la sanità.

Nota dell’autore

Sono certo che questo libro bianco possa non solo essere un punto di riferimento per operatori della sanità e cittadini, ma possa anche aiutare i decisori a meglio definire e sviluppare “La sanità che vorremmo dopo l’emergenza del Coronavirus, con la pandemia come realtà da cui ripartire per la costruzione di un nuovo e aggiornato sistema sociosanitario”, favorendo la conoscenza del passato per capire il presente e orientare il futuro.

Il testo integrale è scaricabile gratuitamente dal portale di ASSD www.assd.it

(Autore: Gregorio Cosentino – Presidente Associazione Scientifica Sanità Digitale ASSD)

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